Andare a Messa tutti i giorni: la gioia dell’incontro con Cristo e la desolazione di Smaug

Andare a Messa tutti i giorni – sono uno dei pochi giovani al mondo rimasti che ci va e che cerca di andarci ogni giorno – è contemporaneamente una gioia ed una desolazione.

Premetto che..
La gioia scaturisce dalla Messa, come l’acqua scaturisce da una sorgente
La desolazione, invece, non dipende dalla Messa, né da essa scaturisce, ma è una variante indirettamente prodotta e appartenente al popolo, auto generata in se stessa, che scaturisce da princìpi storici e sociali. La desolazione è frutto del periodo storico in cui stiamo vivendo, è una variante di contesto riguardante la demografia ed è dipendente dalla persona.

(2) .. La desolazione me la dona ciò che vedo prima, dopo e durante la Messa.

(1) La gioia me la dona la Santa Messa..

Andare alla Santa Messa..
.. È una gioia, naturale, spontanea, implicita, che non ha necessità di venire esplicata. Qualora qualcuno lo chiedesse, potrei dire che è una gioia per tre motivi.

  1. Per la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, presente in Corpo e Sangue nell’Ostia consacrata
  2. Perchè l’incontro con Cristo, che vien mangiato attraverso l’Ostia in stato di grazia, genera gioia, fa sentire l’amore di Dio, rigenera l’anima e fortifica il fedele
  3. Perchè la Santa Messa, nel suo insieme, vissuta in stato di grazia e con la possibilità di incontrarsi con Cristo nell’Eucaristia, permette di vivere un’esperienza unica

Andare alla Santa Messa..
.. Può anche permettere di sperimentare la Desolazione di Smaug, un dragone antico che sembra essersi mangiato il popolo di fedeli nella sua interezza. Questa desolazione mi giunge da ciò che vedo intorno, da ciò che riflette la condizione storica del tempo odierno: assenza cronica di giovani, pochissime persone, tutte donne del secolo scorso, tutte sui 70-80 anni, qualche signore anziano che fatica ad alzarsi dalla panca, inesistenza della fascia adolescenziale, assenza cronica di persone tra i 20 e i 40 anni. Quanto si può vedere tra le file delle panche è il riflesso collaterale del secolarismo, del 900′, il secolo per eccellenza costruito programmaticamente per la distruzione della Chiesa Cattolica. Tutto ciò mi causa una sorta di malinconia, di desolazione e di preoccupazione.

  • Di malinconia, poichè ciò che vedo è la conseguenza collaterale del crollo della fede: siamo al delirio demografico.
  • Di desolazione, perchè la Messa è scarsamente popolata, come le lande della Città sotto la Montagna. Ogni cosa giace nel silenzio e nella vecchiaia. L’assenza del popolo è la conseguenza di una fede persa e dispersa ed è anche un segnale naturalmente negativo per il futuro prossimo del cristianesimo.
  • Di preoccupazione, perchè tra pochi anni queste ultime superstiti della Chiesa, le vecchiette nate negli anni 30′, non ci saranno più. E allora, se falliremo il rinnovo generazionale nel tempo odierno, chi andrà a Messa, nel 2030 o nel 2040?

Tutto questo mi causa sconcerto, mi lascia desolato. L’assemblea è sempre più anziana, femminile, decadente dal punto di vista anagrafico e prossima all’estinzione causa morte naturale. L’immagine è quella di una Chiesa vecchia, satura, morente, ferma, priva di stimoli per i giovani che vogliano realmente vivere ed applicare la fede.

Cerchi il giovane e trovi il vecchietto che può testimoniarti papa Giovanni XXIII. I giovani non credono più alla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia e non reputano più necessario, utile, bello andare a Messa. Ciò è la vera desolazione. La perdita del giovane – sale per eccellenza della civiltà umana – e l’anziano reduce del mondo antico come ultimo pilastro rimasto del popolo laico.

L’immagine feriale è quella di un popolo cattolico morente. I giovani si presentano in massa soltanto quando ci sono personaggi popolari, ‘‘martedì del Vescovo’’ o incontri testimoniali di natura celebre. Dal lunedì al sabato vanno ricercati in una dimensione parallela. Non ci sono mai. La desolazione demografica di questi tempi, tuttavia, può certamente sconsolarci, ma non ci deve scoraggiare. Dobbiamo continuare ad andare per il mero incontro con Cristo e con sé per il valore universale che la Santa Messa possiede. Egli, Cristo, è il centro della vita cristiana e di tutta la comunità.

Per questo l’Adorazione del Santissimo Sacramento è uno dei Sacramenti più belli e importanti al mondo. Ed io sono fiero di essere un adoratore.

Adorazione perpetua presso il Santuario di Gherghenzano

Una di queste sere mi è venuto il desiderio di far compagnia a Gesù presso il Santissimo Sacramento esposto. Il desiderio di farGli compagnia ambiva ad incontrarLo in particolar modo durante le ore notturne, che sono poi le ore dove Gesù, esposto solennemente in Chiesa, è più solo. Così una domenica sera mi sono avviato… Continua a leggere Adorazione perpetua presso il Santuario di Gherghenzano

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Se anche solo rimanessimo in due su tutta la Terra a continuare ad andare alla Santa Messa, ne varrebbe comunque la pena. Varrebbe la pena andare anche qualora fossimo in Chiesa completamente da soli, a tu per tu con il sacerdote. Il valore salvifico della Santa Messa rimarrebbe tale, in quanto giammai dipendente da varianti fornite dal contesto. Indipendentemente da tutto, dunque, la Messa conserva in se stessa il proprio valore divino ed in quanto tale eterno; ne vale sempre e comunque la pena partecipare, indipendentemente dai valori decrescenti di contesto.

Parallelamente, dovremmo prendere più seriamente la richiesta di pregare per le vocazioni e l’apertura dei cuori. Non possiamo passare attraverso questa generazione, arrivando alla morte senza aver fatto la nostra parte nella trasmissione del Vangelo, con la preghiera, la parola e le opere. Il tempo passa per tutti. Anche per il popolo di fedeli. Tuttavia, abbiamo la promessa che il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Abbiamo dunque il dovere morale di credere e sperare in un futuro migliore, dove lo Spirito Santo donerà una nuova generazione di cattolici. Il mondo non rimarrà senza coloro che credono e operano, ed ogni generazione avrà i suoi operatori di fede.

Dobbiamo essere convinti che la desolazione odierna potrà, un giorno, venire sostituita da una rinascita di fede nel mondo. Attraverso la storia o con un intervento divino, può ancora accadere. Io ci credo.

Nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo.
San Michele Arcangelo,
difendici nella lotta;
sii nostro aiuto contro la cattiveria
e le insidie del demonio.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui,
supplichevoli ti preghiamo:
tu, che sei il Principe della milizia celeste,
con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni che girano il mondo
per portare le anime alla dannazione.
Amen.

4 pensieri su “Andare a Messa tutti i giorni: la gioia dell’incontro con Cristo e la desolazione di Smaug

  1. Condivido appieno il tuo pensiero. Anche io sono una convertita da 6 anni, dopo 15 anni di ateismo/agnosticismo. Ho 35 anni e vado a messa tutte le domeniche e, prima che mi cambiassero orario di lavoro, ci andavo anche tutti i giorni. A volte vado in pausa pranzo a fare adorazione davanti al tabernacolo. Quando la parrocchia le organizza, partecipo alle novene serali. È proprio come dici tu. I 20-30enni sono una presenza rara in chiesa. Gli adolescenti poi sono estinti! Però credo che dobbiamo continuare a pregare il Rosario ogni giorno, specie per la Chiesa, per la conversione dei cuori e perché trionfi al più presto il Cuore Immacolato di Maria. Penso che nonostante i tempi siano tante le conversioni che avvengono nel mondo tra i giovani, che magari prima erano molto lontani da Gesù e dalla Chiesa. Le nostre preghiere vengono sicuramente ascoltate. Non dobbiamo mollare. D’altronde la prima Chiesa, quella degli Apostoli e dei primi discepoli, era costituita da pochissime persone. Ma se avessero gettato la spugna poco meno di 2000 anni fa, la Chiesa e il cattolicesimo non sarebbero mai diventati quello che sono stati in tutti questi secoli. Il Capo della Chiesa è Cristo, come possiamo dubitare che lui ci lasci soli? A me quel “non ci abbandonare” che hanno messo ora nel padre nostro non piace, perché il Signore non ci abbandona mai, semmai lo facciamo noi per mancanza di fede.

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    1. Grazie per il tuo commento, Michela 🙂 Le tue parole sono di speranza e di supporto, non cedono mai il passo al pessimismo cronico che alberga in molti cuori al giorno d’oggi. Grazie per quello che dici. Sottolineo in particolar modo il pensiero sulle conversioni dei giovani che avvengono nel mondo e sul non mollare. Condivido la parte finale sulla riforma liturgica del Padre Nostro; senza causare scismi e ribellioni diaboliche, non è piaciuta nemmeno a me.

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      1. Ciao a tutti volevo dire ma è giusto andare sempre in chiesa con esasperazione e non fare opere per i più bisognosi .?. Lo dice anche il prete e i santi pregare senza opere non ti salva l anima ! Io conosco gente che quando parlo di donare aiutare con le associazioni o aiutare la Caritas per i bisognosi preferiscono andare sempre a messa ! Pensano solo a loro !! Ma quella povera gente i
        Gli ultimi della terra anche loro esistono ! E io sono contenta quando faccio il mio dovere da cristiana ! Ok andare in chiesa ma c è anche il prossimo da aiutare ! E tante persone che vanno in chiesa sempre non penso proprio che hanno capito che devono guardarsi anche intorno per vedere il volto di Gesù sugli ultimi

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        1. Ciao Giuseppina, ben venga l’aver manifestato il tuo pensiero, che tuttavia non condivido. Non vedo dove sta il problema; anzi, non vedo problema alcuno.

          Andare in Chiesa non significa non fare «opere per i bisognosi» o non aiutare il prossimo nel quotidiano; si può andare in Chiesa ed aiutare il prossimo e viceversa. Ambo le cose coesistono, l’una non preclude l’altra. Così come un uomo può far una pletora di attività nell’arco della giornata, qualsiasi fedele può far coesistere la Messa quotidiana e l’aiuto per il prossimo: è naturale, è così da sempre e non c’è nulla di anomalo. Aiutare il bisognoso non implica non poter o non dover frequentare la Messa, e viceversa.

          Forse ti riferisci ad una qualche persona specifica che conosci o ad un particolare gruppo di individui di tua conoscenza che si comportano nella maniera da te descritta. Sarebbe tuttavia un errore generalizzare e credere che chiunque frequenti la Messa sia e faccia così.

          Dici: «Io conosco gente che quando parlo di donare aiutare con le associazioni o aiutare la Caritas per i bisognosi preferiscono andare sempre a messa ! Pensano solo a loro !! Ma quella povera gente i
          Gli ultimi della terra anche loro esistono !»

          Anzitutto, per aiutare il prossimo non bisogna necessariamente e per forza di cose donare ad una associazione o andare alla caritas, pensare ciò sarebbe enormemente limitativo, in quanto l’aiuto al prossimo non è strettamente vincolato da associazioni, caritas e quant’altro, ed ognuno è libero di aiutare il prossimo per conto proprio, nel proprio quotidiano, senza dover per forza di cose passare da associazioni et similia. Credere che aiutare il prossimo significhi passare ‘‘a tutti i costi’’ da eventuali associazioni, caritas e ass. di promozione sociale è un limite interiore, di pensiero e di cognizione. C’è tanto da fare nel quotidiano, nella vita di tutti i giorni, partendo dalla famiglia e nei singoli ambienti in cui ci troviamo. Ognuno può donarsi e aiutare laddove possibile in natura, ognuno nel proprio ambiente, di propria scelta.

          Il fatto di preferire di andare alla Messa piuttosto che andare presso una caritas non significa non voler aiutare o ‹‹fregarsene›› del prossimo e non è che uno debba per forza “preferire la caritas alla Messa”: ognuno ha un modo proprio di donarsi, ed ognuno può voler aiutare diversamente, a modo proprio e secondo modalità personali, piuttosto che passare il pomeriggio presso un istituto di carità. Il fatto di frequentare un’associazione ed impiegare del tempo in una caritas – cosa in sé lecita e fattibile – non significa dover marginalizzare o dimenticare la Messa. Ognuno è libero di preferire la Messa (incontro con Dio) ad una associazione, che pur può venire tranquillamente frequentata, a libera scelta dell’individuo.

          Infine, e qui chiudo, andare a Messa non significa “pensare solo a se stessi” (mi riferisco a quando hai detto “pensano solo a loro”), in quanto la Messa non è un atto per se stessi, non è una Spa a pagamento dove ti rilassi: la Messa è anzitutto l’incontro con Cristo, si va per Lui, e per molti che frequentano partecipare ogni giorno è un sacrificio. Non è un atto egoista, ma la partecipazione alla vita divina sulla terra. Una cosa del tutto differente.

          Ti saluto, ti auguro di riscoprire le bellezze della Santa Messa e di ricordo che, così come andare a Messa senza vivere il Vangelo non serve a nulla, aiutare il prossimo senza partecipare alla Messa significa compiere soltanto “a metà” la propria salvezza, in quanto senza la comunione quotidiana con Cristo, che anticipa la comunione eterna in Paradiso, viene a mancare la grazia necessaria a mantenersi in grazia di Dio. Così come poi detto da Cristo stesso nel Vangelo di Giovanni. Si finisce ugualmente per vivere al 50%, esattamente come coloro che tu stessa critichi.

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