La natura sessuale è binaria: una prova alla luce della logica e della biologia

Siamo nell’era in cui si deve dimostrare ciò che è stato ovvio fin dal principio della creazione; un’era in cui si devono difendere verità naturali e palesi come quella che l’erba sia verde, che un albero cresca in mezzo alla natura, che 2 + 2 faccia 4 e che l’uomo sia uomo e la donna sia donna. Siamo giunti alla guerra contro l’ovvio. E a questa guerra si deve, ahimè, partecipare, e rispondere, difendendo con la logica l’oggetto della disputa.

La natura sessuale è binaria, i sessi sono solo due e le variabili restanti sono soltanto costruzioni culturali. Non avrei mai pensato che un giorno avremmo dovuto ribadire e difendere, a colpi di ragion critica, un concetto di per sé basilare, intrinseco e scontato nella natura delle cose; che un giorno l’intelletto dell’uomo si sarebbe dovuto operare per dimostrare ciò che è riscontrabile da soli, attraverso una semplice deduzione. Difendere ciò che è palese, scontato, non rientrava tra le prerogative dell’uomo fino a qualche tempo addietro; c’era altro di cui occuparsi.

Ad un dubbio illogico si risponde con una confutazione logica. La natura sessuale è binaria, e ciò è dimostrabile in una molteplicità di maniere, sia esse empiriche, che scientifiche, biologia e genetica alla mano. Difendere l’ovvio è divenuta una delle battaglie del mondo odierno.

a) I geni sono solo due. Che la natura sessuale sia binaria è riscontrabile anche solo con un semplice sguardo rivolto verso la natura; attraverso il principio empirico, ognuno da sé può riscontrare la veridicità immutabile della natura binaria. Tuttavia, esistono perfino studi e ricerche in ambito scientifico, che comprovano la sessualità binaria – qualora ce ne fosse bisogno. Si veda, a titolo di esempio, “The End of Gender” della dott.ssa Debra Soh, pubblicato nel 2021. Qui si dimostra che il sesso biologico è definito dai gameti (cellule sessuali) ed i suddetti possono essere solamente di due tipi: sperma o uova. La natura sessuale è dunque oggettivamente binaria – e solo binaria può essere.

La genetica ha solo due coppie di cromosomi: XY (maschio) e XX (femmina). Se però si uscisse dall’approfondimento biologico e genetico, e si andasse all’ “esterno” del corpo umano, basterebbe l’osservazione empirica per riconoscere che la natura sessuale sia binaria. Non esiste possibilità di vedere altro al di fuori di maschio e femmina; uscendo di casa, è possibile vedere soltanto uomini e donne. Che si veda all’interno del corpo umano, addentrandosi nella biologia, o che si veda all’esterno del corpo umano, la natura è formata da solo due sessi.

b) La rimozione o aggiunta di parti del corpo non annulla né cambia né modifica il sesso. Una donna può anche pagare decine di migliaia di euro per farsi togliere l’utero, per poi fare la falloplastica per impiantarsi il membro maschile, convinta che così diventerebbe un uomo: la biologia dice e dirà sempre che è una donna. La coppia di cromosomi non cambierebbe: la genetica, i geni, e la sua stessa biologia, rimarrebbero immutati. La componente anatomica aggiunta, o rimossa, non è nativa, e dunque non è nemmeno naturale: è implementata mediante un processo artificiale.

Il membro genitale aggiunto è una costruzione artificiale e in nessun modo può modificare la natura biologica dell’uomo. Dopotutto, farsi integrare un braccio metallico o una gamba robotica non farebbe dell’uomo un robot: rimarrebbe uomo, con delle componenti di robotica aggiunte. Ma la natura umana non cambierebbe.

Un uomo che decide di rimuoversi i genitali non diventa donna, rimarrà sempre un uomo con una componente mancante, rimossa; una donna che decide di farsi asportare l’utero non diventa uomo, rimarrà sempre una donna con una componente mancante, rimossa. Uomini che attuano modifiche e operazioni trans-chirurgiche rimangono uomini; donne che attuano modifiche e operazioni trans-chirurgiche rimangono donne.

c) La cosiddetta “intersessualità” non comporta l’esistenza di un terzo sesso. Esiste una confusione semantica, culturale e cognitiva sul concetto di “intersex”, secondo cui una malformazione cromosomica corrisponderebbe ad un ipotetico terzo sesso. Ciò è falso, poichè palesemente confutato in ambito scientifico. L’esistenza di variazioni cromosomatiche non comporta l’esistenza di più sessi: trattasi, di fatti, di malformazioni del cromosoma. Le persone sono e rimangono uomini e donne, con malformazioni al cromosoma, le quali possono generare variazioni nei tratti fisici naturali, ma non nel sesso biologico.

Risponde così Marco Del Giudice, psicologo evoluzionista e docente presso l’Università del New Mexico (USA), in un’intervista del 2022: « [rispondendo ad un articolo di una certa prof. Viola] Su questo tema c’è una confusione enorme; purtroppo, almeno a giudicare dal suo articolo non mi pare che la prof. Viola stia facendo molto per portare chiarezza. Per esempio scrive: “Le persone intersessuali presentano variazioni dello sviluppo sessuale. Nulla di raro: si stima che fino all’1,7% dei nati manifesti caratteri sessuali che non corrispondono completamente alle nozioni binarie del corpo maschile o femminile”. In questo passaggio, confonde l’intersessualità (che, definita in modo preciso, riguarda meno dello 0,02% delle nascite, cioè circa 100 volte meno di quanto lascia intendere) con il criterio del tutto arbitrario di “caratteri che non corrispondono completamente alle nozioni binarie”.»

Continua, riguardo i livelli di analisi sulla sfera sessuale: «Il primo livello è quello della definizione biologica del sesso, che si basa sulla presenza di due (e solo due) tipi di gameti —uno più grande prodotto dalle femmine e uno più piccolo prodotto dai maschi. A questo livello concettuale, il sesso è un costrutto decisamente binario; non per una strana coincidenza, ma per ragioni biologiche profonde che abbiamo iniziato a capire grazie all’uso di modelli matematici.».


Di studi scientifici, non politici, se ne possono trovare a migliaia. Armarsi di logica può non poter bastare. In risposta all’uomo moderno, che indicando con il dito e appellandosi alla sua “laurea”, asserisce l’esatto opposto, per poi decretare “fascisti” chiunque la pensi diversamente, può certamente servire la logica, ma fino ad un certo punto; poichè non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e peggior cieco di chi non vuole vedere. Per questi, rimane soltanto la preghiera.

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