Le psico-sette cristiane: i tratti distintivi della setta

Le psico-sette esistono anche all’interno della Chiesa Cattolica. Non sono un fenomeno così comune da trovarne una ad ogni parrocchia, ne tantomeno una per diocesi, ma sono sufficientemente presenti da suscitare le reazioni e i sospetti dell’autorità ecclesiale ben più di una volta all’anno. Esse esistono e operano, mimetizzate tra i tessuti sociali del Corpo Mistico, travestite come una qualunque realtà “spirituale”, presunti innamorati di Cristo e devoti della Madonna; si presentano come un normalissimo collettivo di fedeli qualunque, che pregano e lodano come qualsiasi altro gruppo. All’apparenza, incarnano l’archetipo del gruppo diocesano comune, il classico gruppetto di preghiera di cui fare parte.

Le psico-sette sono in primis caratterizzate da un leader-fondatore, presunto carismatico e ipotetico mistico (addirittura), attraente nei modi e nella dialettica, che si traveste da autorità massima, convinto di essere superiore al Magistero, come se fosse secondo solo a Dio; una sorta di profeta diretto prescelto dalla divinità a cui nessuno nulla può dire né tantomeno ribattere – un messaggero esclusivo direttamente “collegato” alla fonte divina.

La seconda caratteristica saliente, intrinseca nell’essere psico-setta, è un gruppo di membri devoti, appartenenti esclusivamente al gruppo ed estranei alla società, rigorosamente sottomessi e succubi del loro leader, come uno sciame di api subordinate all’ape regina. Singoli membri, ragazzi e ragazze, in piena unione assoluta e pedissequa al loro fondatore.

La psico-setta ha dei tratti distintivi che una volta appresi, per esperienza diretta o attraverso altro, risultano ampiamente riconoscibili.

La psico-setta: segni caratteristici e tratti distintivi

  1. Il leader confonde il suo io con la voce di Dio, convinto di essere il portavoce esclusivo della voce divina

Il leader è convinto di parlare in via esclusiva con Dio, in maniera diretta e a comando, e di ricevere direttamente da lui tutto ciò di cui ha bisogno, sia a livello sapienziale che materiale. Così facendo è convinto di essere il portavoce esclusivo di Dio, ponendosi simultaneamente all’esterno e al di sopra della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo.

Questo comporta la convinzione che la persona sia “prescelta” e che in quanto tale sia “superiore”, “al di sopra”, rispetto a qualunque altro umano; ch’egli abbia accesso diretto alla voce di Dio e che questa sia un’esclusiva di cui nessun altro sulla terra può beneficiare. Nella realtà, tutto ciò che sente è solamente un prodotto del suo io, ma egli è convinto che venga da Dio.

Questo graduale processo mentale, secondo cui l’uomo parla direttamente con Dio e tutto ciò che sente è di origine divina, porta alla convinzione mentale che la persona non abbia bisogno né di studiare, né del Magistero, né di correzioni (tantomeno, essendo convinto di essere il portavoce diretto di Dio), né di farsi aiutare, poichè egli, essendo il prescelto esclusivo, parla direttamente con Dio, e dunque non può che ricevere delle informazioni assolutamente perfette, degli assoluti infallibili; nessuno può dirgli nulla, poichè ogni cosa che dice corrisponde ad un informazione perfetta, assoluta e incorreggibile.

Se pensasse che 2 + 2 = 5, crederebbe di avere ragione poichè convinto che anche questa ispirazione interiore venga da Dio. Ne consegue che i membri seguono non ciò che insegna la Chiesa, ma ciò che dice il fondatore; ed il fondatore riporta non ciò che ha appreso dalla fede custodita dalla Chiesa, ma ciò che egli crede di aver ricevuto da Dio; e anche se questo dovesse essere in contrasto con le Scritture, pur di non vedersi in errore, crederebbe comunque di avere ragione, appellandosi all’idea che le Scritture vadano corrette e che siano gli apostoli ad aver sbagliato, e non lui.

Convinto di parlare con Dio in via esclusiva e di esserne il portavoce diretto, si auto eleva al di sopra della Chiesa Cattolica, senza più voler sentire ragione, convinto di non aver bisogno di nulla e di avere un rapporto preferenziale con Dio rispetto a chiunque altro, cadendo nel proverbiale delirio di onnipotenza.

  1. Si sostituisce a Cristo come oggetto di culto

Il leader fondatore parte come strumento di Cristo, con la prerogativa di mettere da parte l’io per Dio; gradualmente, si sostituisce a Dio, ponendo il suo io dinanzi a sé e a sostituzione di Dio e divenendo egli stesso fine e scopo della sua missione. La sua missione non è più portare anime a Cristo, ma portarle a se stesso; Cristo non è più il fine, è egli stesso il fine.

Il leader, costruita una realtà di preghiera o meno, gode dell’idea di ricevere lode, culto, affetto e complimenti continui dai suoi stessi membri. Egli, ora, è l’oggetto del culto, il fine di se stesso, lo scopo del suo gruppo. Al centro non c’è più Dio, ma lui; ad ottenere attenzioni e meriti non è più Dio, ma lui. Le sue presunte doti carismatiche, intellettuali e culturali sono motivi di vanto e oggetto di orgoglio continuo.

Affermazioni come “L’amore di Cristo” vengono sostituite da “il mio amore”, in riferimento a se stesso; ora è il “suo amore” l’oggetto, il fine e lo scopo della realtà di cui egli stesso fa parte, ed è il “suo amore” l’oggetto di meditazione da parte dei suoi stessi membri. I suoi rimandi a Cristo sono strategie per apparire come strumento di Dio: dentro di sé cela un segreto che inevitabilmente tradisce coi fatti, ed è quello di essere l’oggetto di culto delle persone che vanno ad ascoltarlo, il centro dell’attenzione collettiva. Parlare di Cristo è solo un trucchetto subdolo di falsa umiltà.

  1. È convinto che Dio lo abbia selezionato per una missione salvifica, di cui egli è il prescelto; ha deliri da ruolo messianico

La missione del gruppo da lui fondato è sempre e comunque una missione “alta”, per il bene del mondo, ed è voluta da Dio per cambiare la società. Essendo portatore di una missione di origine divina, non può che auto-convincersi di esserne anche il capo, leader e attore protagonista; il prescelto per portare a termine la missione. Nella sua mente, il mondo è Eternia e lui è He-Man, l’eroe per salvare il mondo; il leader soffre di manie, e smanie, da eroe protagonista, messianico e salvifico, una sorta di leader prescelto per cambiare il mondo.

Un mix up delirante che acclude John Connor di Terminator 2, He-Man da Eternia, Batman e un qualche Avenger; è realmente convinto di essere il protagonista di una storia “messianica” che è frutto della sua psiche malata. Lui è l’eroe, il gruppo è lo strumento, la sua vita è una missione divina – escatologica per la salvezza dell’uomo. Dio ha scelto lui come nessun altro ed egli gode di privilegi pseudo-messianici (mitomani) da lui stesso assegnati.

  1. I membri del suo gruppo sono adepti ciechi: vedono in lui la corsia preferenziale per arrivare a Dio, un profeta esclusivo e infallibile della voce divina

I membri della psico-setta sono entrati nel gruppo come persone qualunque: semplici curiosi nel tentativo di vivere un’esperienza spirituale, possibilmente cristiana. Sono finiti per avvicinarsi gradualmente al leader, per poi rimanerne assuefatti, convinti che la sua parola fosse direttamente quella di Dio e che la sua volontà fosse quella divina – e questo grazie ad una serie di meccanismi pseudo-carismatici e di fascinazione. Hanno visto in lui un “portale” di accesso esclusivo e affidabile per poter sapere cosa fare nella vita, per poter essere guidati, sentendosi sicuri e adagio in un cammino a loro destinato.

Il leader carismatico, nonchè falso profeta, sfrutta i punti deboli di ognuno, per convertire i visitatori in adepti personali, attraverso un percorso graduale: a chi cerca una figura paterna, si mostra come figura paterna; a chi cerca risposte su cosa fare nella vita, da a loro risposte su cosa fare, rivendute come risposte di Dio; a chi è in cerca di comprensione, si mostra comprensivo. Assume la forma dei bisogni di ognuno, prendendo ogni persona per il proprio verso; e solo quando ne ottiene la fiducia, la trascina a sé come suo nuovo adepto al proprio servizio.

Così facendo fa leva sulle mancanze e le ferite personali, affinché il potenziale adepto si avvicini in una condizione di intimità al leader, si fidi gradualmente di lui nella risoluzione dei problemi e delle sue mancanze, e si affidi completamente alla sua volontà per essere certo di seguire Dio e di essere nella strada giusta; l’idea che la sua volontà sia la stessa di Dio è l’inganno su cui fa leva il falso profeta.

In una relazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni 1, risalente alla decade scorsa, si parla di come le persone finiscano in una psico-setta, attraverso un percorso di “introduzione e accettazione” articolato in tre fasi:

  • Isolamento (allontanamento dalla comunità sociale e dal contesto familiare, “Love bomb”, rimozione della privacy, dipendenza finanziaria);
  • Indottrinamento (rigetto dei vecchi valori, sottoposizione a letture di difficile comprensione, incoraggiamento all’obbedienza, al senso gerarchico, conformità etc..);
  • Mantenimento (attività fisica prolungata, impegno mentale continuo e privazione del sonno, alimentazione poco equilibrata, pressione psicologica costante, induzione di senso di colpa e paura etc..)
  1. “Le psicosette: conoscerle per evitarle”, articolo di Franca Scapellato, 13 maggio 2011

Nella psico-setta di matrice cristiana-cattolica, è certo l’effetto “Love Bomb”, l’allontanamento graduale dalla società e dalla famiglia, con la persona che si ritrova ad essere parte del gruppo in via definitiva come un tutt’uno; l’indottrinamento culturale e mentale, primariamente relativo all’obbedienza verso il proprio leader come fonte di autorità massima; il senso di conformità assoluta al gruppo, con i singoli membri che portano gli stessi vestiti, modi, rituali, programmi e orari prestabiliti, ognuno perfettamente identico all’altro; ed infine, l’attività fisica prolungata e continua, senza pausa, capace di stordire l’intelletto e di indurre ad una mancanza di senso critico e di tempo necessario per riflettere su quanto si stia vivendo.

  1. La Scrittura, la Tradizione Apostolica e il Magistero vengono dopo la parola del fondatore

Questo è uno dei punti già esposti, ma che necessitano di un approfondimento a se stante. Il falso profeta e manipolatore, convinto di essere il portavoce di Dio, tende ad esporsi come se stesse parlando Dio in persona, come se le sue parole fossero comunicazione dirette del Divino; ed i suoi adepti, convinti che lui sia un mistico con dei doni, un profeta diretto e favorito della Trinità o un carismatico con capacità sovrannaturali, tendono ad ascoltare lui come se fosse un promulgatore di dogmi a comando.

Qualsiasi cosa dica è sempre e comunque di origine divina, esatta e immacolata, ed in quanto tale contiene una verità assoluta che dev’essere accettata senza discutere da ognuno dei membri del suo gruppo. Nessuno può discutere l’origine né tantomeno il significato di quanto detto; la sua parola è indiscutibile, ed egli è sempre il portatore della verità dogmatica. Chiunque non accetti viene tacciato di disobbedienza e in lui vengono suscitati sentimenti di colpa e vergogna, come se fosse il “ribelle ispirato da Satana” oggettivamente in errore.

Chiunque provi a discutere quanto detto dal “Leader carismatico” viene ostracizzato come un potenziale pericolo per il collettivo, etichettato come fedele disobbediente e cattivo esempio di fede in Cristo; solo il fondatore ha ragione, mentre i restanti, concordi o meno, devono solo imparare e apprendere. Il ragazzo che ha tentato di discutere e mettere in dubbio la parola del fondatore è certamente influenzato dal demonio: questo si fa credere al gruppo restante.

Uno dei “frutti” di questo meccanismo diabolico di obbedienza cieca alla “parola del leader”, è dunque l’allontanamento spirituale e dottrinale dalla Chiesa, l’abbandono graduale della Scrittura e della Tradizione, a favore della “parola del fondatore”, che qui si innesta nelle menti degli adepti in modo più radicale, profondo e ramificato, di qualsiasi pronuncia magisteriale.

All’interno della psico-setta cristiana cattolica, o solamente cristiana, vale più quanto detto dal fondatore, che quanto espresso dai Padri della Chiesa, dai Dottori e dai papi nelle costituzioni dogmatiche in 2.000 anni. Se la Chiesa afferma A nel Magistero ordinario, e il fondatore afferma B, il fondatore ha ragione, mentre la Chiesa “dev’essere corretta”. Il delirio ultimo è che il fondatore è mandato da Dio per attuare queste correzioni: egli ha “il mandato esclusivo”, di origine divina, per correggere perfino il Corpo Mistico di Cristo!


In conclusione, il leader è il profeta esclusivo di Dio; i membri della psico-setta sono i seguaci del leader. Il leader non segue Dio ma se stesso; non porta a Dio ma a se stesso; non ha Dio come parametro di misura, ma il proprio io; i devoti non seguono Cristo, ma il leader – fondatore; non ascoltano la Chiesa ma il leader; e credono di seguire Cristo attraverso il leader.

La psico-setta è, e rimane, uno dei pericoli del mondo odierno; e la psico-setta di stampo religiosa assume connotati ancor più perversi e subdoli, dovuti al fatto che di mezzo non c’è solamente l’uomo tra se e se, ma anche il rapporto ch’egli ha con Dio: in sostanza, non si rovina solo l’uomo, ma anche il suo rapporto con Dio, e intaccato questo, si rischia di compromettere la salvezza.

Quando Cristo diventa una parodia, e quando l’uomo si sostituisce a Dio facendosi culto di se stesso, il male insorge in modo ancora più perverso e acuto, con possibilità di causare danni irreparabili alla fede e conseguenze gravi per la salvezza dell’anima.

Una sola è la cosa da fare dinanzi la scoperta di una psico-setta: segnalare alle autorità giuridiche, civili ed ecclesiali. Le psico-sette vanno distrutte.

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